PERIODICO DELLA FISAC/CGIL
DELL'AREA TORINO SANPAOLO
N° 1 - MARZO 2004
IN QUESTO NUMERO TROVATE
IL TASSO?
un editoriale? più che altro una
presentazione
LINTERVISTA AL CAPO AREA L. NEBBIA
da non perdere
LA FISAC E LA NUOVA AREA
punti fermi e piste di lavoro
SANPAOLO VUOL DIRE FIDUCIA?
Parmalat e non solo: il nostro punto di
vista
SANPAOLO + UNICREDITO?
un primo abbozzo di analisi
GUERRA IN IRAQ E QUESTIONI DI PACE
a pochi giorni dalla manifestazione del 20
marzo
AI CONFINI DELLA REALTA
le recensioni "impossibili"
LA POSTA DEI LETTORI
uno spazio aperto più due
"appunti"
IL TASSO?
Già, perché IL TASSO?
Per una serie di motivi, a incominciare dal
fatto, ovvio, che questo è pur sempre un giornale scritto da
bancari per altri bancari. E si sa: i bancari coi tassi sono
abituati a conviverci da sempre
Poi perché il tasso, giochi di parole a parte,
non è un animale scontato. La letteratura (e non solo) è piena
di cicale sprecone e formiche risparmiatrici, di lupi sanguinari
e agnelli dialettici, di volpi un po avide e un po
propense a riscrivere a posteriori i loro propositi. Dei tassi
invece si sa poco e possono essere pieni di sorprese. Infatti noi
vorremmo essere così: non rituali, fuori dagli schemi e dal già
visto.
Infine, ma forse soprattutto, perché la vera
peculiarità del tasso è quella di essere un ottimo scavatore.
Il simpatico animaletto scava per costruirsi la tana, scava per
procurarsi il cibo, passa la maggior parte del suo tempo a
scavare. E scavare serve a scoprire, a far emergere, a portare
alla luce. Nel nostro piccolo, senza presunzioni, ci piacerebbe
provare a dare unocchiata un po al di sotto della
superficie. Insomma approfondire, mantenendo una buona dose di
leggerezza; fuori dagli schemi, ma con uno sguardo attento a
quello che succede in Area (e non solo).
Quindi ecco che in questo primo numero possono
convivere unintervista al Capo Area di Torino Luciano
Nebbia (che ringraziamo per aver voluto anche lui uscire dagli
schemi e confrontarsi col Sindacato in una sede irrituale),
analisi "sparse" su caso Parmalat e rumors di unione
SanPaolo - Unicredito, approfondimenti sul tema della pace,
organigrammi aziendali e strutture sindacali, fumetti e molto
altro ancora.
A noi il nostro tasso è piaciuto.
Speriamo che anche presso di voi il tasso di
gradimento sia alto.
LA REDAZIONE
INTERVISTA AL CAPO AREA LUCIANO NEBBIA
A cura di Paolo Barrera e Giacomo Sturniolo
La nuova Area Torino ha assunto
dimensioni più che ragguardevoli con relativi obiettivi,
esigenze e problemi. Quale modello organizzativo ha in mente per
gestire questa realtà?
Come previsto dal nuovo assetto territoriale
deliberato dallAmmi-nistrazione, per la provincia di Torino
è stata individuata ununica Area, con accorpamento delle
precedenti Area Torino (città), Rivoli e Chieri. LArea è
articolata in un Mercato Imprese e in tre Mercati Privati e
Retail, con competenza territoriale coincidente con le
preesistenti Aree oggetto di accorpamento.
Alcuni numeri della nuova Area Torino: Mercato
Privati e Retail: 231 punti operativi, Mercato Imprese: 17
Filiali, in totale circa 3.200 Risorse.
Lobiettivo che ci si è dati è stato
quello di definire per la nuova Area una struttura snella,
concentrando elevate professionalità per supportare al meglio le
filiali, al fine di garantire un adeguato livello di servizio
coerente agli obiettivi di business dellArea. Da un punto
di vista logistico, per garantire una migliore omogeneità negli
indirizzi di tutta la nuova Area si è deciso di concentrare
tutte le attività, ad eccezione dei Nuclei Small Business e dei
Centri Domus, nella Sede di v. Monte di Pietà. Nonostante le
grosse difficoltà legate alla nota carenza di spazio, la
struttura dellArea sarà pronta ad operare nei nuovi locali
dal 1° marzo. Superata questa prima fase di avvio sarà nostra
cura monitorare leffettiva qualità del servizio fornito,
apportando ove necessario gli eventuali correttivi.
In merito alla strutture di staff di Area, sono
state inserite le seguenti nuove funzioni: il presidio Controlli
settoriali (precedentemente allocato nei singoli Mercati),
Progetto Torino 2006 (in relazione al rilevante impatto
dellevento sul tessuto economico della nostra Provincia),
Referente Private (in coerenza con gli obiettivi della Funzione
Private).
Il Mercato Imprese ricalca sostanzialmente la
struttura precedente. In particolare sottolineiamo
lattenzione che si vuole riservare al supporto
specialistico in ambito estero e sugli strumenti derivati di
copertura. Inoltre è previsto un presidio per listruttoria
tecnica in staff al Capo Mercato Imprese con valenza per i tutti
i Mercati.
Per i 3 Mercati Privati e Retail si evidenziano
di seguito le principali innovazioni. Funzione Investimenti:
unico responsabile considerando lattività trasversale sui
segmenti, con un presidio di tre addetti sui singoli Mercati.
Family Market: un responsabile per ogni mercato coadiuvato da un
addetto. Per favorire il processo di integrazione e di
comunicazione, oltre alle sinergie così realizzabili tra questi
due segmenti, si è deciso di riunire tutti i colleghi delle due
funzioni in un'unica ala in due sale adiacenti.
Nuclei Small Business e Centri Domus: in
relazione alle peculiarità della loro attività queste strutture
rimangono decentrate sul territorio di radicamento.
Infine, per quanto riguarda il Personale,
sottolineiamo limportanza di aver contemperato
lesigenza di garantire un presidio unitario (con un unico
responsabile) con lopportunità di mantenere un
collegamento diretto con le tre realtà territoriali attraverso
la presenza di tre gestori "senior" e tre addetti.
Può anche illustrarci brevemente le
linee strategiche che intende adottare?
Ritengo importante e necessaria una riflessione
sul contesto generale nel quale ci troviamo ad operare. Il clima
nei confronti delle banche, soprattutto di quelle grandi, è
divenuto sempre più ostile anche in relazione ai noti recenti
fatti Cirio e Parmalat ed alla incredibile pressione esercitata
attraverso i mass media. Per quanto riguarda la nostra Area di
competenza, registriamo inoltre una congiuntura economico
finanziaria particolarmente difficile e non si intravedono ancora
di fatto segnali positivi allorizzonte.
In questo contesto assistiamo a due fenomeni
particolari: da una parte, per quanto riguarda lerogazione
del credito alle imprese, non esistono ancora le condizioni
sufficienti per impostare una politica di forte sviluppo mentre
dallaltra, sul lato delle Famiglie, accanto ad una perdita
reale del potere di acquisto troviamo i rendimenti degli
investimenti attestati su livelli molto bassi (fino a poco tempo
fa impensabili) e ne è una dimostrazione la priorità che viene
data oggi alla protezione del capitale investito.
Essere grande Banca ed essere grandi nel
territorio di competenza equivale oggi anche ad essere il
bersaglio principale; per contro sono convinto che proprio la
grande dimensione ed il numero e la qualità delle Risorse messe
in campo, possa rappresentare per il domani lelemento
coagulante e vincente per lo sviluppo del territorio e quindi
delle nostre attività (nei momenti difficili si possono
guadagnare quote di mercato!).
Nello scenario testè tratteggiato, dove lo
sviluppo degli impieghi ed il difficile rapporto della
insufficienza di rendimenti nella gestione del risparmio pone
come unico elemento distintivo nei vari competitors il servizio,
diventa quindi fondamentale la nostra capacità di far percepire
alla clientela sia privati che imprese che la nostra
organizzazione per attenzione, competenze e capacità è migliore
delle altre: in tre parole dobbiamo "alzare gli
standard".
Partendo dalla Filiale bisogna sapere che anche
le piccole Banche, fino a ieri concorrenti su piccoli segmenti di
mercato, oggi per mezzi e strumenti sono in grado di competere
con noi. Occorre quindi, in questo momento, chiarezza di
obiettivi e strategie, analisi puntuale di tutti i segmenti della
propria clientela, motivazione,determinazione, capacità di fare
squadra e di conseguenza sistema "da opporre" alla
concorrenza. In ogni Filiale il Direttore ed i Responsabili di
modulo in primo luogo ed i colleghi tutti devono in qualche
misura farsi interpreti di una "nuova imprenditorialità
bancaria". Ciò significa accettare nuove regole del gioco
dettate dal mercato stesso che impone lassunzione di una
forte responsabilità nella gestione del proprio business di
riferimento (in linea con linvestment e commercial policy
della banca).
Come pensa sia conciliabile il
raggiungimento dei budget per il 2004 (addirittura superiori a
quelli del 2003) con le oggettive difficoltà del mercato?
Il budget 2004 è stato recepito ed è stato
ormai spalmato su tutti i punti operativi. Non si tratta solo di
discutere gli obiettivi, ma a questo punto di capire come
raggiungerli sulla scorta anche dei recenti eventi. Preso oramai
atto che i ricavi si potranno sempre meno incrementare con azioni
solo sul prezzo. Diventa fondamentale allargare la base di
operatività e della clientela e concentrarsi molto di più sulle
piccole medie imprese.
LArea ha definito con i propri Direttori
la "Carta delle strategie 2004" sia per il Mercato
Privati e Retail che per il Mercato Imprese. Si tratta di azioni
concrete interne ed esterne, rivolte a creare un vantaggio
competitivo per la filiale/area assumendo come
"vincolo" le risorse a disposizione e come obiettivo
quello di alzare gli standards attuali del servizio offerto.
Le priorità per il corrente anno, per quanto
riguarda il mercato Privati e Retail prevedono per il segmento
Family e Small Business uno sviluppo deciso, mentre per il
Private e il Personal un consolidamento e un incremento dei
risultati. Per il Mercato Imprese servizio globale al cliente e
gioco di anticipo sui suoi bisogni futuri.
Occorre ora agire sui comportamenti e sulla
capacità commerciale. Il
gioco di squadra è lelemento di successo principale della
Filiale in particolare nel Family.
Banca fuori dalle "mura": banca sul
territorio. Già avviate diverse iniziative di incontro con i
Sindaci dei principali centri e vari Enti Territoriali, ed
inoltre con le associazioni di categoria e ordini professionali.
Integrazione città-paese: "banchiere di prossimità",
Direttore della Filiale fortemente presente sul territorio,
attenzione a tutte le opportunità ed al nuovo che cresce.
Ed infine il Progetto Olimpiadi di Area per
cogliere da subito tutte le opportunità operative.
Pertanto nel 2004 ci sarà da lavorare su:
sviluppo (interno ed esterno), servizio (problem solving) e
strumenti (utilizzo Work Station Clienti). Desidero sottolineare
che anche la strumentazione che i servizi centrali hanno
recentemente messo a disposizione dei nostri consulenti è
allavanguardia. In particolare è stata rilasciata la nuova
Work Station Clienti strumento di elevato livello finalizzato
allanalisi del portafoglio investimenti di ogni cliente che
consente di definire il relativo profilo di rischio, di simulare
conseguentemente lasset ideale, di memorizzare i prezzi di
carico dei titoli e le prospettive di rendimento.
Fra le pressioni dei clienti arrabbiati
per Cirio, Parmalat e altro, e quelle dellAzienda che vuole
raggiungere il budget comunque, questo è un periodo molto
difficile per i colleghi. Come intende muoversi rispetto a questa
situazione la nuova Area Torino?
Una particolare riflessione va fatta sul tema
del Personale. Al riguardo viene naturale pensare a due distinti
momenti: uno riferito al contingente, dove è facile prevedere
che laggressività della clientela non scemerà facilmente
e dove lequilibrio, la capacità di relazione e di
interazione con i colleghi saranno gli elementi fondamentali su
cui contare per superare questa ennesima difficile prova. Il
secondo aspetto, più strategico, è rivolto al futuro e riguarda
la qualità e la valorizzazione del personale, unico fattore in
grado di fare davvero la "differenza". In questo senso
puntiamo decisamente sia sulla formazione, utilizzando i
programmi formativi messi a disposizione dagli Enti centrali
unitamente a nostre iniziative specifiche, sia
sullattuazione di mirati percorsi professionali. Dobbiamo
però fare in fretta a ricostituire il nostro "Vivaio"
(NdR: colleghi con alta potenzialità professionale che
vengono formati e preparati a ricoprire incarichi di maggiore
responsabilità), al quale in questultimo periodo
abbiamo attinto a piene mani per coprire le diverse posizioni che
si sono rese libere grazie anche alle opportunità derivanti dal
ricambio generazionale favorito dallattivazione del Fondo
di Solidarietà. E quindi necessario procedere, in tempi
rapidi, alla creazione di adeguate professionalità su cui poter
contare per le esigenze, certamente numerose, che si
presenteranno nel prossimo futuro.
CONSIDERAZIONI DELLA FISAC
SULLA NUOVA AREA
Piano di lavoro, impegni e
priorità. Dal nostro punto di vista
La nascita della nuova Area Torino ha
comportato anche per la FISAC la necessità di fare alcune
riflessioni sui punti fermi dalla nostra attività sindacale e
sui problemi (nuovi e vecchi) che ci troviamo ad affrontare.
Insomma una specie di programma di lavoro.
Il primo obiettivo è quello di rendere
esigibili gli impegni collegati allattivazione del
"Fondo Esuberi" via via assunti dallazienda.
Soprattutto la concessione del part-time e
lattivazione delle liste di trasferimento. Sul primo
punto, in tutte e tre le Aree pre-accorpamento, abbiamo una
situazione abbastanza positiva: circa il 10% del personale è a
part-time, e le varie Direzioni di Area avevano assunto impegni
piuttosto stringenti in merito alle concessioni / rinnovi. Il
nostro obiettivo per la nuova Area è il mantenimento delle
situazioni pregresse e, ovunque sia possibile,
lallargamento dellutilizzo di questo strumento.
Diversa è la situazione rispetto alle liste di trasferimento. In
tutta Torino e provincia da sempre la mobilità a richiesta dei
colleghi verso le altre Aree è stata un grave problema. Uno dei
presupposti per lattivazione del Fondo era proprio la
possibilità di accogliere un cospicuo numero di tali richieste.
La nuova Area ha preso un impegno preciso in tal senso e la FISAC
ha due priorità in merito: attivare il maggior numero di
trasferimenti e salvaguardare una corretta applicazione del
sistema delle liste.
Naturalmente part time e liste sono
strettamente collegati alla questione degli organici. A
livello centrale è stato stabilito un livello di sostituzioni
accettabile (nel 2004 arriveranno in Area oltre 200 neoassunti):
il nostro compito sarà quello di verificare tempo per tempo
leffettiva realizzazione delle assunzioni e la loro
congruità con le reali esigenze (ad es. in relazione
allandamento delle maternità).
Veniamo ora a quelle che possiamo definire
"piste di lavoro".
Vogliamo lavorare a una migliore definizione
dei contenuti operativi e delle concrete opportunità di crescita
professionale e di carriera dei gestori Small Business:
non sono più sufficienti le molte pacche sulle spalle, ci
vogliono fatti concreti.
Allo stesso modo bisognerà lavorare per
restituire un senso di prospettiva a tutti i colleghi impegnati
nei moduli Family e Supporto: il
coinvolgimento e lo sviluppo della professionalità sono fattori
fondamentali anche in queste attività e non possono restare
generiche e vuote affermazioni.
Dobbiamo vigilare sulle metodologie che
lazienda adotterà per il raggiungimento del budget:
i fattori esterni sono difficilissimi per stessa ammissione del
Capo Area (vedi intervista), ma questo certo non ridimensiona gli
obiettivi che lAzienda chiede. Quindi sarà nostro compito
intervenire ogni volta che ci saranno pressioni indebite,
colleghi "volontarizzati" a forza, campagne esasperate,
insomma ogni genere di situazione che induca livelli di stress
inaccettabili. E siccome tali situazioni certamente non
mancheranno, non esitate a segnalarcele: interverremo
prontamente.
Più in generale vogliamo stare con "il
fiato sul collo" ai gestori del personale della nuova
Area, affinché il loro sia un compito sempre meno burocratico e
sempre più di ascolto delle esigenze dei colleghi, alla ricerca
di contemperare le esigenze dellazienda con quelle dei
colleghi. Per altro anche gli aspetti più
"amministrativi" quali lerogazione di tutta la formazione
prevista, lattivazione dei percorsi professionali,
il pagamento di tutte le indennità e così via sono
importanti indici di correttezza gestionale. Segnali positivi ne
abbiamo già avuti nelle gestioni precedenti e non possiamo che
fare dei passi avanti.
Infine, ma certo non per ultima, viene la sicurezza.
Il fenomeno delle rapine torna prepotentemente di attualità e le
recenti normative di legge hanno ricompresso tale rischio tra
quelli di cui si occupa la L. 626 e quindi gli RLS. Ci occuperemo
da vicino di tale questione, in stretto contatto con tutti i
colleghi, per cercare soluzioni praticabili ed efficaci.Indubbiamente unagenda molto fitta, ma
contiamo di lavorarci duramente.
La FISAC/CGIL, inoltre non è solo questo, ma anche consulenze, individuali, servizi, solidarietà e molto altro.
LA REDAZIONE
SANPAOLO VUOL DIRE
FIDUCIA?
PARMALAT E NON SOLO: IL
NOSTRO PUNTO DI VISTA
Parecchi anni fa, molti di voi se lo
ricorderanno, una nota azienda italiana lanciò, con notevole
successo, una campagna pubblicitaria basata sullo slogan
"Galbani vuol dire fiducia". Lo slogan sembrava banale,
oggi potrebbe far tenerezza per la sua ingenuità, eppure aveva
centrato lobiettivo: un cliente si rivolge ad un azienda
per tanti e svariati motivi, ma soprattutto se si fida del suo
interlocutore.
In questo momento, fra Parmalat Cirio e varie,
nessuno si fida più di nessuno.
Le associazioni dei consumatori, in modo
del tutto irresponsabile e strumentale, spingono i propri
associati a denunciare direttamente gli impiegati di banca
accusandoli di aver dato consigli sbagliati per interessi propri.
Se fanno così con noi faranno allo stesso modo con gli altri:
chi si fiderà più delle associazioni di consumatori?
Alcuni colleghi (in pensione) scrivono,
altri (in servizio) minacciano di scrivere allUfficio
reclami per denunciare i colleghi che gli hanno consigliato i
titoli incriminati (non è un paradosso, succede davvero).
Amici e parenti di dipendenti scrivono
allo stesso Ufficio per denunciare comportamenti scorretti dei
loro "Cari" (anche questo sta succedendo davvero).
I Giornali che fino ad aggi si erano ben
guardati dal parlare male dei nostri prodotti ora fanno a gara
per affondarli.
I clienti ci guardano con diffidenza e
si chiedono (a volte ci chiedono espressamente) quanto ci
guadagniamo a proporgli il tale prodotto piuttosto che un altro.
In una situazione come questa il Sindacato fa
quello che è in suo potere: difende i lavoratori attaccati dai
clienti, dalle associazioni dei consumatori e dalle aziende (in
questo campo la FISAC è davanti a tutti, i comunicati e le
interviste televisive lo dimostrano).
Ma questo non basta e tutti devono fare la
propria parte.
I colleghi devono imparare che a fronte di una
documentazione raccolta secondo le norme non cè budget che
tenga. Il tempo (formazione e archiviazione) utilizzato per
tutelare la propria sicurezza non ha prezzo, come del resto
latteggiamento etico nel rapporto con la clientela.
LAzienda, però, in questo compito di
recupero della tranquillità e della fiducia, sia sul fronte dei
dipendenti che su quello dei clienti, è obbligata a recitare la
parte principale, pena linsuccesso.
Per quanto riguarda il rapporto con i colleghi
accogliamo con favore liniziativa della circolare 12475 del
18 febbraio 2004 avente per oggetto: "Codice etico".
Leggetelo tutti perché riguarda le norme di comportamento a
largo raggio e non solo degli addetti investimenti! Si spera solo
che alliniziativa centrale seguano adeguati sforzi
comunicativi a livello di aree e filiali. La FISAC, in ogni caso,
farà la sua parte perché questo avvenga.
Ci attendiamo, però, oltre a questo impegno
sulletica, anche unassunzione di responsabilità del
Sanpaolo, come peraltro annunciato in più sedi, rispetto a
politiche aziendali non decise ma eseguite da parte dei singoli
dipendenti.
Rispetto ai clienti il 2004 deve essere
"Lanno della fiducia". Prodotti chiari e massima
trasparenza sono la strada per vincere la sfida: in una fase come
questa i clienti persi per diffidenza non si recuperano più.
In questo senso classifichiamo, per innato
ottimismo, il "Blue profits" di febbraio fra gli ultimi
prodotti del 2003 (dieci pagine scritte fitte di scheda
sintetica, figuriamoci la nota informativa!!!).
Giacomo Sturniolo
Tra "rumors" e
smentite la FISAC prova a fare un primo abbozzo di analisi
POSSIBILE FUSIONE SANPAOLO - UNICREDITO?
I lavoratori al centro
dellattenzione tra scelte strategiche e problemi
contingenti
In questi giorni mezzi di informazione
specializzati e non stanno dando un certo risalto
alleventuale integrazione / fusione tra Gruppo SanPaolo e
Unicredito. Si susseguono ridde di ipotesi, tra conferme e
smentite.
In queste condizioni tracciare un possibile
scenario è praticamente impossibile: troppe le variabili, troppo
discordanti le indiscrezioni e le dichiarazioni. Tuttavia non
crediamo sia possibile ignorare la preoccupazione che tale
incertezza determina tra coloro che più da vicino sarebbero
coinvolti da tale processo: i lavoratori.
E ovvio evidenziare è che la FISAC è
contraria a ogni ipotesi che penalizzi i dipendenti a causa di un
processo di aggregazione e/o riassetto proprietario. E
ovvio perché questo è il nostro compito e intendiamo
perseguirlo fino in fondo. Ma non solo.
Loperazione sembrerebbe strategicamente
valida. Infatti questa soluzione chiuderebbe le porte a possibili
scalate da parte di gruppi stranieri. Inoltre lipotesi di
aggregazione dei primi due gruppi bancari italiani dovrebbe
servire a risolvere lannoso problema del dimensionamento
degli istituti di credito italiani. Allo stato attuale non esiste
nel nostro paese una banca che per capitalizzazione, quote di
mercato, massa amministrata possa confrontarsi con i
"competitors" stranieri. E un problema vero e non
irrilevante. Come questo possa influire sul cosiddetto
"sistema paese" e sulle politiche economiche,
soprattutto in un momento di grave crisi industriale è evidente
per tutti. La creazione di una grande banca potrebbe essere una
risposta.
Il problema, però, (oltre alle gravi
difficoltà legate alleventuale integrazione delle
diversissime modalità operative che si sono dati i due gruppi)
è che la fusione tra SanPaolo e Unicredito, stante
lattuale legislazione, non risolverebbe il problema del
dimensionamento. Infatti i due gruppi in questione si
sovrappongono pesantemente proprio dove sono storicamente forti e
consolidati: in Piemonte (soprattutto nel torinese) e in
Lombardia. E, come ben sappiamo, lattuale normativa
antitrust italiana impedisce la concentrazione di sportelli
bancari di una medesima azienda sul territorio.
Il risultato, paradossale, sarebbe che a
seguito di una eventuale fusione la nuova banca sarebbe costretta
a cedere una parte non irrilevante dei propri sportelli proprio
dove realizza il grosso dei propri affari. Le stime in proposito
non sono ancora precise, anche se si parla di 610 sportelli su un
totale di 1.662 nelle due regioni. Gli effetti? Molti e tutti
negativi.
1) Innanzitutto il mancato raggiungimento
dellobiettivo primario di questa eventuale operazione:
dovendo cedere sportelli (e quindi quote di mercato) il
dimensionamento della nuova azienda continuerà ad essere
insufficiente rispetto ai "competitors".
2) In secondo luogo vendere, ma a chi? E
evidente che nessun gruppo o, peggio, singola banca italiana
sarebbe in grado di rilevare una quota di sportelli come quella
riveniente dalla dismissione coatta post fusione. Di fatto le
soluzioni possibili sono solo due: o il frazionamento e la
cessione di singoli sportelli a banche diverse o lacquisto
in blocco da parte di un gruppo straniero. Nel secondo caso, con
il risultato, ancor più paradossale, non solo di non poter
competere sul mercato internazionale, ma di aver importato i
competitori stranieri nel mercato domestico.
3) Infine, ma certamente non ultimo,
lapertura di una stagione di alta conflittualità sociale
volta al conseguimento di tutte le tutele previste e prevedibili
per i lavoratori coinvolti. Conflittualità che, come abbiamo
detto, vedrebbe la FISAC in prima linea.
Insomma i problemi sembrano sormontare di gran
lunga gli scarsissimi benefici. A meno che la globalizzazione dei
mercati, lattuale situazione produttiva italiana, le nuove
esigenze di politica economica non facciano ritenere che sia
giunto il momento di ripensare la normativa antitrust bancaria.
Ma queste sono considerazioni che spettano ad altri soggetti, in
altre sedi.
Paolo Barrera
20 MARZO 2004: LA CGIL CON IL POPOLO DELLA PACE
Il prossimo 20 marzo la Cgil, insieme a decine
di altre organizzazioni e movimenti, risponderà allappello
dei pacifisti degli Stati Uniti, rilanciato in ogni paese, che
chiede di tornare a riempire le strade di tutto il mondo per
fermare il conflitto e loccupazione in Iraq.
Il movimento per la pace tornerà in piazza
anche a Roma, dopo avere attraversato lItalia con Carovane
di pace dal sud e dal nord, mentre altre carovane di nostri
concittadini si recheranno in Medio Oriente chiedendo pace e
giustizia.
Un anno fa una coalizione di Stati, guidata
dagli USA, decise di utilizzare tutta la sua potenza per muovere
guerra allIraq. Lo ha fatto contro il parere del Consiglio
di Sicurezza dellONU, sfidando il diritto internazionale e
contro la volontà dei popoli del pianeta. Lo ha fatto, sapendo
di mentire, dichiarando che lIraq possedeva armi terribili
e che era pronta ad usarle. Lo ha fatto dichiarando che avrebbe
portato pace e democrazia al popolo iracheno e in tutto il Medio
Oriente. Lo ha fatto teorizzando la "guerra
preventiva", vale a dire il diritto di imporre con le armi
la propria opinione e la difesa dei propri interessi in ogni
angolo del mondo.
Questa guerra è già costata decine di
migliaia di vittime civili e militari irachene, e più di 500
vittime (dichiarate) tra le truppe di occupazione: tra queste i
19 soldati italiani caduti a Nassiriya. Lattacco
allIraq ha comportato distruzioni immani e devastazioni
ambientali. Sono stati bruciati miliardi di dollari. Ma le armi
non si sono trovate, mentre la pace e la democrazia, nel cui nome
è stata scatenata laggressione, non sono certo arrivate in
Iraq.
Anche il governo italiano è corresponsabile di
tanto disastro. Un governo che, al di fuori del dettato
costituzionale e nonostante la contrarietà del popolo italiano,
ha deciso di appoggiare la guerra in Iraq, inviando truppe sotto
comando britannico. Un governo che, esautorando il Parlamento dei
suoi poteri e violando larticolo 11 della Costituzione, ha
deciso, quale protagonista della guerra daggressione, di
partecipare all"Autorità Provvisoria" delle
forze di occupazione, condividendo fino in fondo tutta la
responsabilità delle scelte politiche di tale organismo.
La Cgil, apponendo la sua firma
allappello per il 20 marzo, ha deciso così di impegnarsi a
sostenere (come recita testualmente lappello) "il
diritto dei nostri fratelli e sorelle iracheni a resistere
alloccupazione, reclamando il diritto alla pace, ai diritti
sociali, alla democrazia, a governarsi da soli per decidere del
proprio futuro, a controllare le proprie risorse, ad ottenere il
risarcimento per quello che hanno patito sotto lembargo e
la guerra, a vedere la propria terra libera da eserciti
stranieri". Anche la Cgil condivide lafferma-zione,
contenuta nellappello, secondo cui "lIraq deve
tornare agli iracheni, la legalità internazionale deve essere
ripristinata e perché questo avvenga è necessario innanzitutto
che cessi loccupazione militare".
"Tutte le truppe occupanti devono essere
ritirate".
La Cgil, insieme a tutto il "popolo della
pace", chiede allora che anche lItalia rinunci a
partecipare alloccu-pazione militare dellIraq e
ritiri immediatamente le sue truppe. E un atto necessario
per ricucire lo strappo costituzionale operato un anno fa e per
aprire la strada ad una nuova strategia, che induca il governo
italiano a promuovere uniniziativa politica internazionale
per la restituzione della sovranità agli iracheni e la
ricostruzione del paese guidata da un governo legittimo,
effettivamente riconosciuto dal proprio popolo.
Mauro Gemma
È il sito dove potete trovare tutte le informazioni sulla manifestazione del 20 marzo
* * *
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
per Manifestazione Nazionale e Carovane per la PACE
La Segreteria Organizzativa è
attiva dalle ore 9.30 alle ore 19.00.
La segreteria si trova in
via dei Monti di Pietralata 16,
00157 Roma
tel. 0641609228 - 0641609217 fax. 0641609269
e-mail: info@fermiamolaguerra.it
CONTATTI STAMPA
Andreina Albano:
+39 3483419402
AI CONFINI DELLA REALTA
Dice: ogni giornale che si rispetti ha la sua rubrica di recensioni. E che, siamo diversi dagli altri? E che, vogliamo privare i nostri 15 lettori dellangolino dove ne diciamo di tutti i colori sullultimo best-seller di Alessandro Baricco? Ci abbiamo pensato qualche secondo e abbiamo deciso di desistere. Non è il nostro mestiere, dai. Ci è venuta in mente unaltra cosa e forse vi piacerà di più. Perché non lavorare più di fantasia e discettare su film o libri inesistenti? Inviateci le vostre elucubrazioni (scritti corti, please!) e le migliori troveranno sicuramente spazio allinterno del giornale. Per questo numero iniziamo con unautobiografia pirotecnica. A voi il giudizio.
E destinato a diventare il best seller della stagione. Parliamo di "Il paradiso esiste: lho comprato io - Vita, opere e miracoli di Berlusconi cav. Silvio", lautobiografia che il leader di Forza Italia annunciava da tempo e che da qualche giorno è disponibile in tutte le librerie. Nel suo genere il libro è un piccolo gioiello. Il Cavaliere parla di sé con inaspettata sincerità, non ha paura di nascondere gli errori compiuti e - con lo stile che gli è proprio - magnifica i successi raggiunti. La prefazione è dellon. Sandro Bondi, una sorta di breve saggio nel quale lopera è analizzata in tutte le sue sfumature. Per lintensità della scrittura e i temi trattati, lonorevole paragona il libro alle grandi opere del Novecento - cita Joyce, Svevo, Kafka, Calvino - e non esita ad affermare che "ci troviamo di fronte a pagine di una bellezza inusitata, assolutamente straordinarie e che, lo dico senza retorica, parlano direttamente al cuore" (pag.VI). Quando bisogna darsi un modello è bene non fissare dei limiti. Lautobiografia, infatti, è divisa in dodici capitoli che hanno come titoli altrettanti libri dellAntico Testamento: si parte da "GENESI" con i primi anni di vita del Cavaliere e si finisce con "APOCALISSE", nel quale Berlusconi parla del suo futuro. Le sorprese spiazzano il lettore a ogni pagina, mostrando i lati meno conosciuti delluomo più famoso dItalia. Già da piccolo il Cavaliere mette in luce aspetti del carattere che ritroveremo negli anni a venire, come lavversione per le regole costituite e il loro totale stravolgimento: "Avevo sei anni e i miei amichetti volevano giocare tutti i giorni a guardie e ladri. Io però mi stufavo di fare sempre le stesse cose. Un giorno presi in mano la situazione e decisi, gli altri tutti daccordo, che dovevano essere i ladri a rincorrere le guardie. Che spasso! Queste ultime, una volta acciuffate, subivano anche un interrogatorio nel quale facevo lintera questura, il tribunale e la guardia carceraria che li sbatteva dentro. Ancora oggi ci sono amici che mi ringraziano per quei giorni indimenticabili" (Genesi, pag.13). Nel libro il Cavaliere tocca gli argomenti più disparati, mostrando sempre senso della misura e avvedutezza di giudizio. Berlusconi e la religione: "Dio mi affascina e m irrita, non so come dire. Ho letto da qualche parte che sarà lui a giudicarmi alla fine dei tempi. E va bene. Ma chi è il pubblico ministero? Ancora lui. E già qui avrei da ridire. E chi ha fatto le leggi su cui verrò giudicato ? Lui, di nuovo lui, sempre lui. Vedete, allora, che quando parlo di riforma della giustizia ho ragione a chiedere la separazione delle carriere. E poi lo trovo troppo schierato: perché ha mandato sulla Terra quel comunista di suo figlio e lo ha fatto anche risorgere?" (pag.83). Berlusconi e la famiglia: "Amo Veronica e i miei figli in modo viscerale. Beh, in casa mi accusano di essere troppo generoso, ma non ci posso far niente, è il mio carattere. Un giorno mia moglie mi dice: "Silvio, quando esci ricordati di prendere il Giornale e io ho fatto che comprare tutta la testata. Qualche anno fa il bambino più piccolo si avvicina e mi sussurra allorecchio: "Papà, per Natale voglio la bicicletta e il computer". Due ore dopo la Standa era mia". Berlusconi e i sindacati: "NellItalia che sogno non esisteranno più. I contratti li firmerò da solo. Lho già fatto nel salotto di Bruno Vespa e ho visto che la gente abbocca" (pag.167). Il libro offre altre sorprese, ma lasciamo al lettore la curiosità di andare a scoprirle. Le ultime pagine hanno un taglio malinconico, quasi inusuale per il Berlusconi che tutti conosciamo. E pessimista per il futuro, vede un mondo dominato dal comunismo, dove i bambini non potranno più giocare e saranno costretti a farsi crescere i baffi come lon. DAlema: "Come saranno i prossimi anni? Ogni tanto i miei figli me lo chiedono. Io li guardo negli occhi e dico: «Non preoccupatevi: per noi una villa con piscina ci sarà sempre»" (Apocalisse, pag.290)
di Fausto Caffarelli
LA POSTA DEL TASSO
Come ogni giornale che si rispetti anche noi vorremmo avere una rubrica della posta, per brevi considerazioni o domande da parte dei colleghi. Ma anche per segnalare guasti e disfunzioni, lamentele e proposte. In questo numero lo spazio sarà ridotto e ci limiteremo a rispondere a domande fatte in qualche filiale, dove in anteprima hanno saputo che usciva un giornale della FISAC con una rubrica della posta. Per il futuro inviateci domande, suggerimenti, lamentele e riflessioni (brevi, lo spazio è sempre limitato).
Dopo gli scioperi e le manifestazioni, che
cosa ne è stato dellarticolo 18?
Lo slogan principale di quelle
manifestazioni era: "Larticolo 18 non si tocca".
Nonostante il parere contrario di altri Sindacati, delle forze
politiche di governo, di alcune dellopposizione,
larticolo 18 non è stato toccato.
Le assunzioni in corso al Sanpaolo vengono
fatte con il criterio della legge 30?
Siamo al paradosso per cui essendo stato
abrogato il contratto CFL ma non ancora attuata la legge 30,
lazienda assume a tempo indeterminato. Cè poi un
accordo sindacale fatto nel dicembre 2003 che prevede
accorgimenti per far "assomigliare" il più possibile
questo contratto ad un CFL.
Sarà possibile ritrovare lunità
sindacale con la FABI in vista del rinnovo del contratto?
La FISAC sta lavorando per questo!
Che differenza cè fra la
"qualifica" e il sistema incentivante?
La cosiddetta "qualifica" premia
il comportamento del collega (come si rapporta ai colleghi,
quanto aiuta la filiale in generale) al di là dei suoi risultati
individuali. Il sistema incentivante serve ad incentivare i
risultati individuali (budget).
Con luscita dei colleghi che hanno
aderito al "Fondo" verranno attivate le liste di
trasferimento?
Abbiamo già chiesto e in parte ottenuto
lattivazione delle liste. Il problema è che non si può
pensare al solo utilizzo delle liste per le sostituzioni: in ogni
zona cè una lista e quindi un neoassunto in qualunque
filiale venga assegnato la scavalca!
FECONDAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA: USO ED ABUSO LEGISLATIVO
di Caterina Romeo
Non vogliamo discutere sul merito della condivisibilità di determinate scelte: si può essere personalmente favorevoli o meno al ricorso alla fecondazione artificiale per poter soddisfare il desiderio di diventare genitori, così come lo si può essere in tema di interruzione di gravidanza, o di accettazione di un figlio con malformazioni genetiche. Non è questo il punto: chiunque, uomo o donna che sia, abbia vissuto, direttamente od indirettamente, il travaglio ed il dolore che sottintendono ognuna delle scelte legate a questi temi potrebbe parlarci del difficile percorso che deve essere affrontato. Chi sceglie, uomo o donna che sia, conosce il percorso di coppia per accettare limpossibilità di diventare in altro modo genitori biologici e a quali prove il rapporto è sottoposto. Ogni scelta va rispettata, anche quando non è condivisa, ogni persona va aiutata, sostenuta, psicologicamente e medicalmente, anche quando noi avremmo agito diversamente, secondo unetica personale, legittima ed insindacabile. Ma una legge dello Stato è unaltra cosa. Lo Stato deve avere unetica pubblica, generalmente condivisa e laica, che non può essere emanazione di una morale religiosa o di parte. Trovarci davanti a questa legge sulla Fecondazione Medicalmente Assistita è come incontrare un passato remoto, unidea della donna e del suo ruolo sociale, che pensavamo ormai sconfitta e superata. La legge sulla FMA non è solo una legge oscurantista, è un mezzo violento per scardinare un sistema laico. È forse in questo il vero nocciolo del problema: il farsi carico socialmente della tutela della maternità, come fondamento di una società laica ed equa, che consenta alle donne di essere madri consapevoli, lavoratrici, persone. Noi non chiediamo leggi «femministe», ma un sistema normativo in grado di tutelare valori e principi laici,che concedano la giusta libertà e responsabilità personale nello scegliere di avere un figlio e nella determinazione del proprio essere donna.
"MI PIACE LAVORARE"
di Doretta Ardu
In questi giorni è in programmazione nelle
sale un film di Francesca Comencini dal titolo "Mi piace
lavorare". La pellicola, nata inizialmente come documentario
per la CGIL romana, è diventata poi un film con il quale la
regista prosegue un suo personale percorso con il cinema
impegnato di stile documentaristico. Infatti, il film, oltre ad
avvalersi in veste di protagonista della bravissima Nicoletta
Braschi, utilizza attori e non attori in un montaggio che fonda
insieme vicende vissute ed esperienze personali rielaborate per
la macchina da presa.
Il tema affrontato è quello del mobbing,
termine inglese che deriva dal verbo "mob" che
significa assalire, ma che nellambiente di lavoro assume il
significato di persecuzione psicologica e molestia morale, fino
ad arrivare allemarginazione.
La protagonista della vicenda è una donna
divorziata, con una figlia, impiegata in una grande multinazionale. Improvvisamente nessuno si siede
più a tavola con lei, nessuno le rivolge più la parola.
Purtroppo, si stima che ad oggi le vittime del mobbing si
aggirino nel nostro Paese tra gli ottocentomila ed il milione e
mezzo di lavoratori.