Unicredit scrive ai risparmiatori: "Risarciremo i bond Cirio"

Buone notizie per i possessori di obbligazioni Cirio. Dopo le indiscrezioni di stampa, banca Unicredit si dice disposta a rimborsare i bond ai 4mila clienti che hanno sottoscritto un'obbligazione del gruppo in amministrazione straordinaria presso i loro sportelli. In una lettera diffusa dall'istituto, si precisa però che prima dell'indennizzo, una commissione guidata da Guido Rossi dovrà valutare però caso per caso.
Nel frattempo, anche San Paolo Imi fa sapere che ha già condotto un'analisi caso per caso per i propri clienti. Il presidente della banca Rainer Masera, è stato ricordato, aveva più volte dichiarato la disponibilità del San Paolo Imi a valutare le posizioni dei singoli clienti. L'ultima occasione era stata quella della Giornata del Risparmio, due mesi fa circa. Anche Banca Intesa, coinvolta nel caso Cirio, da tempo sta studiando un metodo per venire incontro ai propri risparmiatori e non ha commentato la decisione di Unicredit.
Sollievo critico invece per l' Intesa dei Consumatori (Codacons, Adusbef, Federconsumatori, Adoc).La decisione di Unicredit è, secondo l' Intesa dei Consumatori "un'ottima notizia" perché "rompe il fronte ottuso delle banche". L' Intesa contesta tuttavia le modalità. "Con tutto il rispetto per Guido Rossi, il metodo è calato dall'alto, attraverso una commissione oligarchica non rappresentativa degli utenti e dei consumatori danneggiati dalle banche. Rossi va benissimo come presidente - sostiene l' Intesa - ma nella commissione devono entrare esperti, tecnici e giuristi designati dalle associazioni dell' Intesa dei Consumatori quali garanti dei diritti dei risparmiatori".
L' Intesa dei Consumatori ha annunciato che proseguirà nelle azioni civili e penali "specie contro Unicredit, anche perché ha ammesso di aver consigliato Cirio come obbligazioni sicure e prive di rischio facendo impegnare i risparmi di una vita in bond spazzatura, che già gli addetti ai lavori sapevano non sarebbero mai state rimborsate".

( Il Nuovo - 18 DICEMBRE 2003, ORE 16:40)

 

 

Parmalat, oggi cda straordinario nuovo ruzzolone in Borsa

Bondi ha convocato, per il tardo pomeriggio di oggi, un cda straordinario. C'è chi pensa che il nuovo presidente di Parmalat possa annunciare le proprie dimissioni dopo che Bank of America ha negato l'esistenza di liquidità per 3,9 miliardi di euro di pertinenza di Bonlat. E dopo il nuovo crollo in Borsa del titolo che segna un prezzo teorico di 0,4 euro, la metà rispetto alla chiusura di ieri di 0,89 euro.

Milano. Il presidente di Parmalat Enrico Bondi ha convocato, per il "tardo pomeriggio" di oggi, un consiglio di amministrazione straordinario. All'ordine del giorno, informa una nota del gruppo, ci sono "comunicazioni del presidente". Qualcuno ipotizza che Bondi possa anche rassegnare le sue dimissioni dopo che Bank of America ha negato l'esistenza di liquidità per 3,9 miliardi di euro di pertinenza di Bonlat.
Nello stesso comunicato, la Parmalat comunica infatti che il 17 dicembre la Bank of America ha informato la Grant Thornton, revisore della Bonlat Financing, società del gruppo con sede a Cayman, di non intrattenere un conto con la stessa Bonlat. Inoltre la Bank of America, prosegue la nota, ha disconosciuto l'autenticità di un documento del 6 marzo scorso che attestava l'esistenza di posizioni in titoli e liquidità corrispondenti a circa 3.950 milioni di euro al 31 dicembre 2002 di pertinenza di Bonlat. Tale documento è stato preso a base della certificazione del bilancio Bonlat 2002. La lettera della Bank of America fa seguito ad una richiesta in pari data di Grant Thornton. Tali informazioni - si legge ancora nel comunicato di stamattina - sono state fornite alla Parmalat dalla Consob nel tardo pomeriggio di ieri. A seguito di quanto sopra comunicato la società ha avviato le necessarie urgenti verifiche.
I titoli Parmalat non sono intanto riusciti a segnare un prezzo di apertura in Borsa e sono stati sospesi per eccesso di ribasso. Dopop un primo tentativo, fallito, di apertura, alle 9,30, le azioni restano quindi sospese con un prezzo teorico di 0,4 euro, che significa una perdita del 55% rispetto alla chiusura di ieri a 0,89. Reazione negativa, in avvio di seduta a Piazza Affari, anche per le principali banche esposte con Parmalat. Alle 9,25 Capitalia segna -4,49%, Banca Intesa -2,87%, Mps -1.32%, Bnl -0,75% e San Paolo Imi -0,33%.
Duro intanto il Financial Times. "Credibilità al limite" titola l'odierna lex column dedicata alla crisi di Parmalat e alla sfida che si trova ad affrontare enrico bondi nel fare chiarezza nei bilanci dell'azienda. Riferendosi all'avvenuto cambiamento di management, il quotidiano britannico afferma quindi che oggi "Parmalat è, finalmente, gelidamente franca su quanto è in grado di comprendere dei propri affari" e la revisione dei consulenti è finalizzata a stabilire "se esistono le condizioni per un eventuale piano di ristrutturazione del gruppo". Gli investitori "devono sperare che il nuovo spirito di franchezza di Parmalat continui", prosegue quindi la lex pur ricordando come l'azienda avesse già approfittato dalla festività usa del ringraziamento per la scadenza legata a epicurum dello scorso mese e come, in vista delle nuove prossime scadenze, "la pausa natalizia possa oggi offrire opportunità anche maggiori di prevaricazione". Tuttavia, riconosce il Ft, gli investitori sanno ora che "il nuovo management si trova al buio almeno quanto loro". Su queste basi, "l'investimento rimane una scommessa", conclude affermando che "chi è alla ricerca di eccitazione, troverà un rischio più che sufficiente nei bond, anche senza avvicinarsi alle azioni".

(La Repubblica - 19 dicembre 2003)

 

 

C’erano una volta i benestanti

di ANTONELLA BORALEVI

OGNI dieci famiglie, una è povera. Ogni dieci famiglie, si fanno i conti ogni volta che si compra qualcosa da mangiare, si risparmia sul tram, non si va al cinema, non si comprano vestiti nuovi, giocattoli ai bambini. Ogni dieci famiglie, una deve passare tutto un mese con 823,45 euro. L'Istat vede quello che c'è. E dice che, l'anno scorso, i poveri erano più di sette milioni, il 12,4 per cento di tutti gli italiani.
Nessuno vuole essere povero: così, i poveri non si vedono. Risparmiano in silenzio, senza farsi vedere. Camminano lesti davanti alle vetrine, e sostano per minuti interminabili davanti agli scaffali dei supermercati, cercando il prezzo più basso. Spingono carrelli vuoti negli hard discount, vanno a piedi nel freddo. Non si lamentano, non dicono che sono poveri. Fanno finta di essere uguali agli altri. Non hanno detto di essere poveri nemmeno ai ricercatori dell'Istat. Nemmeno in Calabria, dove le famiglie povere sono una su tre; nemmeno in Basilicata, nel Molise e Campania, dove sono una ogni quattro.
La povertà è un vizio, nel nostro mondo di lussi. La povertà è un segreto vergognoso, una colpa da scontare soli.
E intanto la povertà cresce. E diventano poveri quelli che, fino a due anni fa, fino a prima dell'euro, erano e si sentivano benestanti. Le famiglie medie. Quelle dove guadagna solo papà, e magari è impiegato di banca, è dottore della Asl, è insegnante di scuola. Quelle dove c'è solo la mamma separata, e due figli o tre da tirar su e far studiare e far sentire uguali ai loro compagni di scuola. Si andava al ristorante, si facevano le vacanze, si entrava da Prada, da Gucci, si comprava il motorino nuovo, si cambiava la macchina. Ora non si può più. Si va in pizzeria una volta ogni tanto, nemmeno al cinema si può più andare. Vacanze, nulla. Vestiti di marca, nulla. Si coltivano come salvagente certi consumi minimi che pare che salvino la vita: le sigarette, un dolce speciale per la domenica, come si usava negli Anni Cinquanta. Il mutuo toglie il sonno, il telefonino bisogna avercelo per forza, ma si evita di telefonare ai numeri fissi, perché costa troppo.
Non sono poveri solo gli italiani del Sud. Se a Pavia ogni abitante spende 1.092 euro al mese, a Bologna 1.087, in Friuli, in Trentino, in Umbria, nel Lazio l'incidenza di povertà va dal 9,8 al 7,8: è tanto.
E allora il mercato si adegua, si attrezza per consumi diversi. Dilagano gli outlet, i villaggi degli acquisti scontati: cinque aperti negli ultimi sei mesi. I negozi fanno liquidazioni prima di Natale, e non si erano mai viste. I rivenditori di Internet danno tariffe scontate nelle ore della notte. E si va avanti con l'acqua alla gola.

(Il Messaggero – 19 Dicembre 2003)

 

 

ECONOMIA
Attivati dal Sindacato italiano per la tutela dell'investimento Parmalat, due siti per informare i risparmiatori
Il segretario del Siti, Domenico Bacci: «Mandato ai nostri legali per un'azione contro tutti coloro che hanno creato il dissesto»

MILANO - Il Siti, il Sindacato italiano per la tutela dell'investimento e del risparmio di Milano, ha deciso di attivare due siti Internet (www.azioniparmalat.info e www.obbligazioniparmalat.info) per fornire informazioni ai risparmiatori in possesso di azioni e bond Parmalat sugli sviluppi del dissesto del gruppo alimentare. L'iniziativa, spiega il segretario nazionale Domenico Bacci, «mira a dare chiarimenti su quanto sta accadendo sia agli azionisti sia agli portatori di bond. Abbiamo dato mandato ai nostri legali di verificare la possibilità di promuovere un'azione di responsabilità non solo contro gli amministratori, ma contro tutti coloro che hanno contribuito a creare il dissesto Parmalat».
Un ultimo riferimento, infine, Bacci lo riserva alla società di rating Standard Poor's. «In poco più di due settimana - afferma Bacci - l'agenzia internazionale incaricata di valutare l'affidabilità delle aziende, ha declassato prima di 10 livelli il rating su Parmalat per portarlo giù ancora fino al gradino più basso della propria scala, il livello D, quello di default. Tutto in appena una settimana».

(IL Corriere della Sera – 20 dicembre 2003)

 

 

Finora gli istituti di credito hanno fatto la voce grossa con i clienti, ma adesso stanno riconsiderando la loro posizione e per la prima volta mettono mano al portafoglio, per risarcire i risparmiatori mal consigliati. O peggio
Cirio, Argentina, My way, il lato oscuro delle banche
VITTORIA PULEDDA

Il giorno della svolta è stato il 31 ottobre scorso. Quando il governatore della Banca d’Italia, parlando alla giornata mondiale del risparmio, ha lanciato due messaggichiave al mondo bancario: l’invito a verificare caso per caso le procedure di vendita dei bond Cirio ai privati e, più sottile ma altrettanto efficace, il richiamo al fatto che il buon nome di un istituto di credito, la sua credibilità come istituzione affidabile e corretta, è il bene principale per una banca.
Moral suasion efficace: il Sanpaolo è stato il primo a raccogliere l’invito (anzi, già dal consiglio di amministrazione del 14 ottobre aveva preso decisioni simili) ed è stato il primo a passare ai rimborsi; Unicredito ha costituito una commissione ad hoc, presieduta da Guido Rossi; Banca Intesa vuole creare un "tavolo del risparmio" a tutto tondo e Capitalia studierà una soluzione "standardizzata" per i possessori di Ciriobond, per evitare che ci siano elementi soggettivi e disparità di trattamento. E questi sono solo gli istituti maggiori; tutti gli altri non potranno non accodarsi.
Ma il bubbone Cirio non è il solo; è semplicemente il più grave per una banca che voglia puntare ad avere la fiducia dei clienti e che, come ha detto appunto Fazio, abbia a cuore la sua onorabilità. Certo, i numeri sono spaventosi: 3035 mila risparmiatori coinvolti nella sottoscrizione dei bond, sette emissioni obbligazionarie, nessun rating ufficiale, un default dichiarato pochissimo dopo l’emissione dell’ultima obbligazione; in totale 1,125 miliardi di euro di titoli immessi sul mercato. E, soprattutto, il particolare che rende tutto più drammatico: le banche, almeno alcune banche, sapevano abbastanza bene la pericolosità della situazione, ma hanno partecipato attivamente alle emissioni, hanno scaricato crediti ad alto rischio sulle spalle dei risparmiatori e hanno con ciò alleggerito i propri bilanci, facendosi restituire i prestiti. La parola ora è in larga misura alla magistratura; per quanto riguarda i risparmiatori, i principali istituti stanno mettendo mano al portafoglio. E di sicuro non daranno cifre ufficiali sui rimborsi (il Sanpaolo ha deciso che nei casi in cui riconoscerà l’errore si riprenderà indietro i bond) per non ammettere quanto siano stati disinvolti, ma i numeri non sono limitati a poche decine di posizionilimite.
Nel frattempo si è abbattuta sul sistema bancario (e sui risparmiatori) la mannaia del crack argentino. Con numeri ancor più spaventosi: 450 mila sottoscrittori solo in Italia, due anni dal default senza che si sia ancora arrivati ad una qualche soluzione, undici miliardi di euro (teorici, il loro valore attuale è pari grosso modo al 25 per cento) in mano ad italiani. In questo caso il tavolo delle trattative con i clienti non si è ancora aperto, ma la procura di Roma è già stata attivata da un avvocato che difende i diritti di circa 300 risparmiatori che avrebbero comprato in circostanze poco chiare i bond argentini. Il dossier è stato aperto per verificare se non c’è stato vero e proprio dolo, se cioè le banche non abbiano riversato sui clienti titoli che erano già nei loro portafogli quando hanno capito che la situazione economica in Argentina stava precipitando.
Ma anche senza arrivare a questi estremi, resta il fatto che anche per i bond argentini sembra ci siano moltissimi risparmiatori che hanno comprato i titoli più o meno consigliati a farlo dalle banche, senza che queste abbiano valutato la corrispondenza tra livello di rischio e tipologia di risparmiatore. Un presupposto che, secondo le prescrizioni del Testo Unico della Finanza, deve sempre essere verificato da un intermediario: non si possono vendere a cuor leggero titoli che presentano un grado di incertezza alto o medioalto a persone che non abbiano caratteristiche di età, diversificazione di patrimonio e consapevolezza finanziaria tale da poter scegliere anche investimenti rischiosi. E proprio questo rispetto — sostanziale — del risparmiatore è venuto spesso a mancare.
In alcuni casi il meccanismo si è spinto ancora oltre, per esempio nel caso di My Way e Four You, i due prodotti strutturati del Montepaschi che, descrivendoli in modo un po’ schematico, legavano i finanziamenti della banca a investimenti finanziari. L’Mps ha siglato fin dallo scorso maggio un accordo con le associazioni di risparmiatori (come ora ha fatto l’Unicredito per Cirio, con Cittadinanzattiva) per risolvere le situazioni incriminate. Al "tavolo della conciliazione" sono state ammesse 5.000 pratiche: in una dozzina di casi sono stati proposti rimborsi integrali o al 90%; in tutti gli altri le soluzioni proposte sono varie o ancora in via di definizione.
Di tutt’altro tenore è il caso Parmalat. Lì, a quanto è dato di capire, sono stati apparentemente rispettati tutti i crismi della correttezza: bond con rating e prospetti, società di revisione che hanno dato a lungo l’ok, sindaci che non hanno eccepito nulla, Consob, Borsa e Bankitalia che non hanno mai avuto rilievi da fare (o almeno si sono mosse troppo tardi). Magra consolazione, il disastro Parmalat conferma comunque che nonostante l’esistenza degli strumenti formali di tutela del risparmio il problema può sempre esplodere: così come il Codice penale non elimina i reati, ma prevede le sanzioni, altrettanto nel caso Parmalat (quando tutto sarà stato chiarito e si saprà chi non ha vigilato e perché) ci saranno dei responsabili, che pagheranno, in base a precise norme che sono state violate.
Cirio e la grande leggerezza usata molte volte con i Tango bonds rischiano invece di finire nella casistica degli episodi di malcostume individuali, il che significa aggiungere al danno anche la beffa. Unica nota positiva, sembra che le banche stiano prendendo consapevolezza del fatto che chi sbaglia paga e che il livello di sensibilità civile - tra le associazioni di consumatori, tra i finanzieri più avvertiti, persino tra la magistratura - è ormai diventato troppo alto per poter nascondere la polvere sotto il divano e far finta di niente. Il rischio, ora, è che si crei l’effetto valanga, con la richiesta di rimborsi ad ogni operazione sbagliata. E’ quello che temono di più le banche, ma c’è da credere che d’ora in poi staranno più attente a prendere posizioni difficilmente compatibili con l’etica

(Affari e Finanza – 22 dicembre 2003)

 

 

Indagine anche alla Banca121 di Bari: vendeva obbligazioni rischiose come Bot e Btp

Faldoni sequestrati dai finanzieri e un reato di truffa pende anche sulla Banca121, oggi. La sede di Bari dell'ex banca del Salento assorbita dal gruppo Monte Paschi di Siena è finita in un inchiesta della Procura di Trani in merito a una partita di "strane" obbligazioni bancarie con nomi simili ai Buoni del Tesoro pubblici. Il sostituto procuratore di Trani Antonio Savasta ha ipotizzato il reato di «truffa aggravata a danno dei consumatori» che riguarda titoli per un valor complessivo di 54 milioni di euro riconducibili a 2500 persone, tutti clienti della Banca 121.
Le conclusioni investigative sulla reale natura dei prodotti finanziari hanno ricevuto conferma anche dalla Consob, dice un comunicato della Procura di Trani. Secondo l'ipotesi investigativa i clienti della banca «sono vittime di condotte truffaldine da parte dei responsabili centrali e locali dell'ex Banca 121 e sono tutti sottoscrittori dei contratti "Btp-Tel", "Bpt-Index" e "Btp-Online" presso agenzie di paesi della provincia di Bari».
La ex Banca 121 era già stata oggetto di polemiche e delle proteste dei clienti per i prodotti finanziari "My Way" e "4 You", venduti come piani d'investimento a 90 mila clienti per un importo di 2 miliardi di euro, ma ritenuti dalle associazioni dei consumatori una sorta di mutui mascherati. L'uscita, nel marzo 2003, di Vincenzo De Bustis dal gruppo Monte Paschi fu in molti ambienti legata proprio all'esplodere di queste polemiche, anche se lo stesso ex direttore generale, e la banca, difesero la liceità dei prodotti e negarono qualsiasi legame tra la vicenda e le dimissioni. Comunque fu iniziato un piano di rimborso per i consumatori.
La nuova vicenda riguarda invece pseudo-Bpt, titoli a rendimento elevato venduti però - pare - senza avvertire gli acquirenti dei rischi dell'investimento. Secondo la Procura di Trani «la truffa consisteva nel vendere ad ignari risparmiatori prodotti finanziari altamente speculativi sotto l'apparenza di tranquilli titoli di Stato». I titoli sequestrati stamattina dai militari della Guardia di Finanza di Bari sono in scadenza, ad agosto 2004 (una parte) e a luglio 2006. «Il sequestro preventivo vuole tutelare il capitale investito dai risparmiatori, evitando che esso alla scadenza contrattuale venga fortemente eroso dall'applicazione della clausole contrattuali truffaldine in favore della banca promotrice», spiegano gli inquirenti nella nota.
«I prodotti venduti assumendo denominazioni fuorvianti quali "Btp-tel", "Bot-reverse", "Ctz-reverse", "Bot-equity", tutte denominazioni richiamanti tipologie di titoli di stato (buoni del Tesoro, certificati del Tesoro) sono in realtà vere e proprio obbligazioni strutturate collegate a un contratto di vendita di "option put" il cui valore è basato su vari panieri di azioni o indici azionari, di diverse borse mondiali, prodotti, quindi, ricadenti nella casistica di strumenti derivati».

(Da L’Unita’ – 22 dicembre 2003)

 

 

Buste paga, più tasse per tutti

di Bianca Di Giovanni

Tasse più «pesanti» e inflazione che raggiunge «picchi» quasi quattro volte superiori alla media registrata dall’Istat. Stretti in questa «tenaglia» si ritrovano i lavoratori dipendenti, soprattutto nelle fasce di reddito tra i 500 e i 1.500 euro mensili. In altre parole quella classe medio-bassa che ormai da tempo denuncia la fatica del vivere quotidiano. Gli operai, gli impiegati, gli insegnanti, nonché gli ormai celebri tranvieri sanno bene che arrivare a fine mese è sempre più difficile. Ma oggi arrivano anche i numeri a confermarlo, rivelando anche dinamiche perverse all’interno della società. Per esempio quella che contrappone i dipendenti ai lavoratori autonomi. I secondi si sono avvantaggiati sui primi sia in campo fiscale, alimentando l’evasione e l’elusione, sia adottando misure inflazionistiche (aumentando i prezzi dei loro beni o delle proprie prestazioni). Ma poi gli effetti del caro-vita si sono riversati anche su di loro.
A fornire nuove e inquietanti cifre sul fronte fiscale è la Cgil, che ha rielaborato dati della Ragioneria generale dello Stato. Nel biennio 2000-2002 mentre l'Irpef dei lavoratori dipendenti è cresciuta da 81,590 miliardi di euro a 93,503 miliardi, l'Irpef dei lavoratori autonomi è scesa da 36,168 miliardi di euro a 31,375 miliardi di euro del 2002. La «forbice» è impressionante: circa 12 miliardi di euro in più da una parte, e quasi 5 miliardi in meno dall’altra. Colpa della crisi economica? Impossibile, visto che il Pil ha rallentato la sua crescita, ma non è certo diminuito. «La riduzione della pressione fiscale dal 42,4 % del 2000 al 41,6 % del 2002, vantata da Berlusconi nel corso della conferenza stampa di fine anno, riflette soltanto una preoccupante ripresa dell'evasione». Commenta così i dati Beniamino Lapadula, responsabile economico della Cgil. Il quale individua altre «corsie preferenziali» per gli autonomi.
«Chi aderirà al concordato preventivo potrà beneficiare dell'immediata applicazione delle aliquote del 23 e 33 per cento previste a regime dalla delega fiscale, mentre i lavoratori dipendenti continueranno a pagare sugli incrementi retributivi aliquote marginali ben più elevate, che in alcuni casi toccano il 45%. Ci troviamo - conclude Lapadula - in presenza di una scelta iniqua e incostituzionale che penalizza esplicitamente il lavoro dipendente».
In realtà tutta la partita fiscale è fitta di «trappole» per le famiglie, e anche di veri e propri «buchi neri». Come quello sull’evasione e il sommerso, su cui restano assai scarse le informazioni. Basta provare ad aprire il sito del Secit (Servizio consultivo ispettivo tributario), dove la Relazione sulle attività nel biennio 2001-2002 non è ancora leggibile. A quanto pare manca l’ok del ministero, e siamo già a fine 2003. «È successa la stessa cosa per il nucleo elaborazione della spesa previdenziale - aggiunge Lapadula - Ormai la nuova moda è non fornire dati».
Quanto al 2003, il tanto sbandierato primo modulo di riforma fiscale è stato quasi integralmente «mangiato» dalla mancata restituzione del fiscal drag (2,5 miliardi), senza contare che per alcune fasce di reddito il prelievo è aumentato per la prima aliquota portata al 23% (dal 18%). Tant’è che stando alle proiezioni elaborate sempre dalla Cgil, la musica non cambia: più Irpef dai dipendenti, meno dagli autonomi. L’aumento delle entrate ordinarie tanto sbandierato dal governo «pesa» in gran parte sulle spalle di impiegati, operai e pensionati, i quali continueranno a pagare una tassa sul Tfr «maggiorata» rispetto agli altri redditi. Senza contare che l’aumento cui allude l’esecutivo è tutto da dimostrare, visto che a novembre mancavano 80 miliardi per raggiungere il target che l’esecutivo si è dato per fine anno (circa 303 miliardi di entrate tributarie, contro gli oltre 382 fissati nella relazione previsionale).
Indaga sulle «tasche degli italiani» anche il Nens (l’istituto fondato da Pier Luigi Bersani e Vincenzo Visco), che nell’ultimo «Punto settimanale» propone una ricerca dell’Università di Tor Vergata sull’andamento dell’inflazione in base alle diverse tipologie di consumatori (vedi tabella). Anche qui c’è poco da gioire per chi appartiene alle fasce di reddito tra i 500 e i mille euro mensili, che mostrano i «picchi» più elevati di aumenti (oltre il 7%). Da segnalare aumenti fino a oltre l’11% per i prodotti alimentari, sempre per le stesse categorie di persone. Un dato «esplosivo» se si tiene conto del fatto che per le famiglie con redditi fino a mille euro la spesa per gli alimenti costituisce circa un terzo di quella complessiva: tra il 27 e il 30% del «paniere». Il dato scende di molto per i più ricchi. Solo il 17% del reddito finisce in cibo e bevande nelle famiglie che guadagnano tra i 2.500 e i 5.000 euro, mentre per chi è oltre quella soglia la «quota» arriva al 19%. È chiaro dunque che gli aumenti al mercato alimentare pesano molto di più sui livelli medio-bassi che sugli altri, e proprio in questo comparto si sono verificate le impennate più consistenti. Anche qui, a piangere sono i poveri.

(Da L’Unita’ – 22 dicembre 2003)

 

 

Approvata la Finanziaria 2004

Il Senato ha approvato in terza e definitiva lettura la Finanziaria 2004. Il via libera è arrivato con 160 voti favorevoli, 92 contrari e un astenuto.
Disco verde anche per il bilancio, che ha ottenuto 160 sì, 88 no e un'astensione.
Il provvedimento, che si affianca al decretone da 14 miliardi di euro approvato dal Parlamento il mese scorso, completa la manovra complessiva da circa 17 miliardi di euro messa a punto dall'esecutivo per tenere sotto controllo i conti pubblici dell'anno prossimo.
Queste le principali misure introdotte:
- CONDONO FISCALE FA IL BIS. L'estensione ai redditi 2002 riguarda tutte le sanatorie fiscali della Finanziaria 2003. Si paga entro il 16 marzo 2004 e la riapertura dà anche la possibilità, a chi si è già avvalso di una delle sanatorie, di aderire alle stesse definizioni relativamente ad altri periodi di imposta o ad altro settore impositivo. Per chi aderisce al condono è scontato il 2001 per il concordato.
- ARRIVA LA TASSA SUI VOLI. Sarà 'una tantum' per il 2004 e peserà per 1 euro per ogni passeggero imbarcato. Il 20% del gettito sarà destinato ai Comuni dove sono gli aeroporti, mentre l'80% sarà destinato ad incrementare la sicurezza negli scali aerei e nelle principali stazioni ferroviarie.
- SIGARETTE, STANGATA IN VISTA. L'aumento dell'accisa dovrà portare nel 2004 650 milioni. A conti fatti l'aumento del pacchetto di 'bionde' dovrebbe essere di 20 cent.
- AUMENTANO TASSE SU COMPRAVENDITA CASE. A decorrere dal 1 gennaio 2004, ai fini delle imposte di registro, ipotecarie e catastali, i moltiplicatori della rendita catastale sono rivalutati nella misura del 10%, rispetto al precedente 5%.
- 41% RISTRUTTURAZIONI, TETTO A 60 MILA EURO. Più alta la spesa sulla quale far valere lo sconto fiscale sull'Irpef per le ristrutturazioni edilizie. L'agevolazione è stata prorogata a tutto il 2004 e lo sconto è passato dal 36 al 41%.
- CONCORDATO PREVENTIVO, SCONTRINO IN SOFFITTA. I lavoratori autonomi potranno concordare preventivamente le tasse con il fisco e di mettersi al riparo da ogni accertamento. Scompare lo scontrino, resta la fattura. Per coloro che non aderiranno al concordato, se non emetteranno lo scontrino la sanzione può arrivare alla sospensione della licenza. Si abbassa dal 9 all'8% l'incremento dei ricavi rispetto al 2001, base per il calcolo del concordato.
- FONDAZIONI BANCARIE, SI AMPLIANO INCOMPATIBILITA'. I soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione o controllo presso la fondazione non possono ricoprire le stesse funzioni presso la società bancaria conferitaria o sue controllate o anche solo partecipate.
- STOP PRESCRIZIONE PER RIMBORSI FISCALI. Per i crediti di imposta Irpef e Irpeg sulle dichiarazioni presentate prima del '97 non verrà più fatta valere la prescrizione decennale.
- 8 PER MILLE, 80 MLN STORNATI ALLA SICUREZZA. La disposizione interessa la quota che va allo Stato e varrà per il triennio 2004-5-6. Sottratti al sociale 80 su 140 mln.
- ADDIZIONALI, BLOCCATE A TUTTO IL 2004. Restano congelate le addizionali Irpef e le maggiorazioni Irap regionali e comunali fino al 31 dicembre 2004.
- 845 MLN A PACCHETTO SICUREZZA. Ci sono 200 milioni in più grazie al maxi-emendamento del Governo, per la sicurezza. Dei nuovi fondi una parte e' destinata al trattamento economico dei militari e dei poliziotti. Nel pacchetto figurano anche: 125 milioni per le esigenze infrastrutturali e di investimento delle Forze dell'ordine; 87 milioni per il riallineamento delle posizioni di carriera nell'Esercito e nella Marina. Il riordino dei ruoli e delle carriere del personale non direttivo costerà 73 milioni. Per i vigili del fuoco arrivano 500 assunzioni. Istituito un fondo di riserva di 1.200 milioni di euro per provvedere ad eventuali esigenze connesse con la proroga delle missioni internazionali di pace.
- 310 MLN PER PROROGA AMMORTIZZATORI. Dalla cassa integrazione alla mobilità ci sono soldi per garantire i sussidi fino alla fine del 2004. Nel caso della gestione delle crisi occupazionali, saranno necessari specifici accordi antro giugno del prossimo anno ma la misura dei trattamenti sarà ridotta del 20%.
- 250 MLN PER ENTI LOCALI. 180 milioni sono stanziati per l'adeguamento dei trasferimenti all'inflazione, 50 milioni per i Comuni con meno di 3.000 abitanti, 20 milioni per le unioni di comuni.
- PRELIEVO 3% SULLE PENSIONI D'ORO. Il contributo straordinario, per tre anni (2004, 2005 e 2006) concorrerà a finanziare il reddito di ultima istanza.
- FEDERALISMO, PER ALTA COMMISSIONE TEMPO FINO A 30 SETTEMBRE. Se non presenterà la relazione sul federalismo fiscale entro questa data verrà sciolta.
- BOLLO AUTO, LIBERTA' A REGIONI FINO A 2007. Le regioni, che hanno emanato disposizioni sul bollo e sull'Irap in modo non conforme ai loro poteri potranno far valere quanto stabilito fino al 2007.
- ICI, SUL CONDONO EDILIZIO SI PAGA DA QUEST'ANNO. Un acconto pari a 2 euro per ogni metro quadrato sanato. Il versamento dell'imposta potra' avvenire in 2 rate di uguale importo.
- BIRRA PIU' 'SALATA. Vino a prezzo invariato e superalcolici meno cari: questi gli effetti della rimodulazione delle accise. Viene dunque portata a 1,59 euro l'imposta per ettolitro di birra, mentre per i superalcolici si scende dai 774 euro fissati al Senato a 730 euro. Più cari i prodotti intermedi, con l'accisa che sale a 56 euro.
- GOLDEN SHARE SOLO PER INTERESSI VITALI STATO. La golden share, cioè i poteri speciali riservati al ministero dell'Economia per alcune società pubbliche strategiche in parte privatizzate, diventerà più morbida. Il diritto di veto su operazione finanziarie, vendite, e cambiamenti dello Statuto potrà essere utilizzato solo se debitamente motivato in relazione al concreto pregiudizio arrecato agli interessi vitali dello Stato.
- BANDE MUSICALI, SCONTI COME A SPORT DILETTANTI. Le agevolazioni per lo sport dilettantistico si estendono anche alle associazioni bandistiche e cori amatoriali.
- CANONI BALNEARI CONGELATI MA PER POCO. Entro il 30 giugno 2004 infatti si attende un decreto e dovranno portare nelle casse dello Stato un gettito aggiuntivo di 140 milioni.
- BENZINAI, PROROGATE AGEVOLAZIONI. Fino alla fine del 2004 varranno le deduzioni forfetarie in favore degli esercenti impianti di distribuzione di carburante.
- CONSIP, NON PIU' OBBLIGATORIA. Le pubbliche amministrazioni potranno scegliere se avvalersi o no della Consip.
- 219 MLN AL POLICLINICO UMBERTO I. Risorse anche alla Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo (15 milioni in tre anni).
- DA BANKITALIA INFORMAZIONI SU OPERAZIONI PA. La Banca d'Italia dovrà trasmettere al ministero dell'economia le informazioni che riguardano le operazioni finanziarie delle amministrazioni pubbliche.
- 200 MLN PER LE POLITICHE SOCIALI. Le risorse saranno così divise: 70 milioni per anziani e disabili, 20 per abbattere le barriere architettoniche, 40 per i servizi di integrazione scolastica degli alunni portatori di handicap e 67 per i servizi alla prima infanzia.
- FONDO PER EDILIZIA A CANONE SPECIALE. Avrà una dotazione finanziaria di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2004 e 2005 e di 10 milioni di euro per il 2006.
- 68 MLN PER LAVORATORI SOCIALMENTE UTILI. Sarà possibile prorogare i progetti Asu fino alla fine del 2004.
- NASCE DIPARTIMENTO ANTIDROGA. Avrà il coordinamento delle politiche per prevenire le tossicodipendenze.
- AMIANTO, BENEFICI ESTESI A EX ACNA. I benefici previdenziali previsti per i lavoratori dell'amianto sono estesi agli addetti dell'ex Acna di Cengio esposti a rischio chimico.
- IMMOBILI, RIPRISTINATE CONDIZIONI 2001. Per la vendita degli immobili pubblici varranno le condizioni di mercato al 31 ottobre 2001 se era stata manifestata dal conduttore la volontà di comprare entro quella data.
- 29 MLN PER ACQUA SANTA SEDE. La spesa (25 mln nel 2004 e 4 nel 2005) discende dai Patti Lateranensi.
- TRASFERIMENTI PIU' FACILI PER CHI HA BIMBI. La norma facilita il trasferimento per il lavoratore con un bambino minore di 3 anni, nella città dove lavora il coniuge.
- PROMOZIONI RAGIONERIA. E' previsto il passaggio dal livello C2 al C3 per il personale dell'Economia e delle Finanze appartenente alla ex carriera direttiva, già in servizio alla data del 31 dicembre 1990 nella ex ottava qualifica funzionale.
- 200 EURO PC ALLE FAMIGLIE. Se il reddito complessivo non è superiore ai 15.000 euro l'anno le famiglie potranno avere uno sconto di 200 euro per l'acquisto di nuovi pc. Sconti anche per gli insegnanti, mentre prosegue il progetto Pc ai giovani.
- 150 EURO PER DECODER. Chi passa al digitale terrestre avrà un bonus. Per la banda larga il contributo è di 75 euro.
- RICERCA, NUOVI FONDI. Nuove risorse e al via l'assunzione per i ricercatori vincitori di concorso alla data del 31 ottobre.
- SI' A MADE IN ITALY MA FONDI LIMATI. Sarà rafforzata la tutela sui marchi italiani e la lotta alla contraffazione, e saranno messi in campo strumenti per la promozione dei prodotti.
- CASSA SPA, CHIARIMENTI SU RACCOLTA. Viene specificato che può essere fatta solo tra investitori istituzionali.
- SI POTRA' COSTRUIRE SULLE AREE INCENDIATE. Se la realizzazione era prevista in data precedente dagli strumenti urbanistici vigenti a tale data.
- 33 MLN PER TRASPORTO LOCALE. Servirà a consentire maggiore efficienza e produttività.
- 300 MLN PER CREDITO IMPOSTA. Sono destinati alla riapertura dei termini fino al 31 marzo 2004 a favore delle imprese nelle aree svantaggiate.
- CREDITO IMPOSTA EDITORIA. Le imprese potranno scontare il 10% della spese per l'acquisto della carta.
- MEZZOGIORNO, SOLDI MA PER ANNI SUCCESSIVI. Viene rimpinguato il fondo per le aree sottoutilizzate.
- 2 MLN PER VOTO ELETTRONICO. Lo stanziamento vale per il triennio e ha l'obiettivo di proseguire nella sperimentazione.
- FONDI PER PIANO INFRASTRUTTURE IDRICHE. Vengono stanziati 50 mln di euro per il 2005 e altrettanti per il 2006.
- AL VIA PRESTITI FIDUCIARI. Saranno erogati agli studenti capaci e meritevoli per il finanziamento degli studi.
- NOVITA' PER IL GENERAL CONTRACTOR. Risorse aggiuntive anche per la realizzazione di infrastrutture.
- FONDO ROTATIVO. E' gestito da Sviluppo Italia per la gestione del capitale di rischio.
- OK A PACCHETTO AGRICOLTURA. Dai fondi per la pesca alla rinegoziazione dei mutui agrari, dai soldi per la montagna alla possibilità di sospendere la cartolarizzazione dei crediti per le imprese agricole colpite da calamità.
- SI' A FONDO PARTECIPAZIONE LAVORATORI. Avrà una dotazione di 30 milioni ed ha l'obiettivo di favorire la partecipazione dei lavoratori ai risultati o alle scelte gestionali delle imprese.
- 50 MLN PER CAMPUS BIOMEDICO. Sorgerà alla periferia di Roma il policlinico universitario legato all'Opus Dei.
- LA TESSERA SANITARIA DIVENTA TESSERA DEL CITTADINO. Corretto cosi' il decretone collegato alla manovra.
- RIPRISTINATE REGOLE CONI-CONCESSIONARI. I concessionari delle scommesse devono versare quanto dovuto al Coni in 5 rate annuali.
- BONUS A CLUB BASKET E CALCIO. Bonus fiscale per le società di basket e di calcio di serie C1 e C2, ma anche per le squadre di pallacanestro di A1 e A2 che assumeranno giovani talenti.
- VITALIZIO VITTIME TERRORISMO. Passa a 500 euro al mese.

(Da Giornale.it - 23 dicembre 2003)