N° 5/01

Corsi in autoformazione:
una vergogna!

Da qualche mese, molti dei corsi di formazione usufruiti dai colleghi , come ad esempio il Corso Changeover sull’Euro, o quelli relativi all’acquisizione delle conoscenze necessarie all’utilizzo di nuove procedure (anagrafe, titoli ed altro ancora), prevedono come modalità di erogazione l’autoformazione.

Perché possano ritenersi soddisfatti i requisiti di efficienza ed efficacia dell’erogazione di un corso così impostato, è necessaria la contemporanea presenza delle seguenti condizioni:

• messa a disposizione di tempo dedicato alla fruizione del corso;
• messa a disposizione di postazione dedicata;
• erogazione e fruizione del corso in maniera tempestiva rispetto alle tematiche trattate;
• effettiva disponibilità di password, computer, programmi, e quant’altro legato alla funzionalità di software e hardware.

Condizioni queste, indispensabili a che abbia un senso il corso, ma che nella stragrande maggioranza dei casi non si verficano:

• i colleghi fruiscono dei corsi presso la stessa postazione di lavoro in cui svolgono la normale operatività quotidiana, quindi fra mille sollecitazioni provenienti da clienti, colleghi ed ambiente circostante (telefoni che squillano, stampanti che stampano, allarmi che suonano e brusii generali) che certo non consentono la concentrazione necessaria a qualsivoglia processo di apprendimento. E’ impensabile immaginare di poter "staccare" dal lavoro per il tempo necessario, rimanendo apparentemente a disposizione dei clienti, con scadenze giornaliere che in ogni caso devono essere garantite e carichi di lavoro che comunque devono essere sopportati: ma i corsi - della durata media di 5 ore – (talvolta addirittura due nella stessa settimana con pressoché inevitabile fruizione oltre il normale orario di lavoro) vanno svolti nell’arco di una settimana!, pena, in alcuni casi, la perdita del diritto a goderne, oppure, quando si è fortunati, il reinserimento solo al termine delle tornate (col rischio di rendere obsoleto il corso stesso);
• i corsi, in particolar modo quelli legati a nuove procedure, spesso partono dopo il rilascio delle stesse;
• per non parlare dei casi in cui il programma non funziona, e ciò risolve alla radice il problema (!);
• o, peggio, di quelli in cui alcuni colleghi si prestano ad entrare in procedura con matricole di altri per far figurare che questi ultimi hanno fruito del corso.

Alla luce di tutto ciò, e di altri esempi che si potrebbero portare relativamente alla gestione del Mondo Formazione nella rete, si evince che, nonostante i bei paroloni di cui l’Azienda non perde occasione per farne sfoggio, è evidente come alla stessa non importi un bel niente della formazione, non ne colga l’importanza, la strategicità ed i ritorni in termini di professionalità e competenza che comunque chiede e si aspetta da noi.

Con questa nostra manifestazione di dissenso, non abbiamo certo l’illusione di modificare radicalmente lo stato delle cose, intendiamo però avviare una costruttiva ma martellante e pressante campagna di denuncia rispetto a ciò che non funziona nel Mondo Formazione del SANPAOLO IMI, con l’auspicio che qualche testa illuminata, prima o poi, si impegni a tramutare in fatti quelle che al momento rimangono mere enunciazioni di principio:

"La crescente complessità e competitività del mercato richiede alla Banca un continuo cambiamento che poggia sia su innovazioni nei prodotti/servizi, modelli e processi organizzativi sia, soprattutto, sullo sviluppo coerente delle professionalità necessarie per mantenere elevato il livello qualitativo espresso da tutto il personale, vale a dire nella capacità di sviluppare ed accrescere il patrimonio di conoscenza aziendale. A supporto del cambiamento la formazione, operando in stretta relazione con le logiche del PSP (Pianificazione e Sviluppo delle Professionalità), diventa una leva determinante a disposizione dei capi e dei singoli per l’aggiornamento delle competenze, tanto più efficace quanto più si riescono a coniugare le iniziative di formazione con le specifiche esigenze operative." (da circ. 11947 26/6/2001). "Omogeneità, capillarità, tempestività" (da intranet Sanpaolo Imi: formazione a distanza on – line), questi gli obiettivi che l’Azienda dice di essersi prefissata.

E’ con non poco rammarico che siamo costretti a sottolineare come i risultati sono quelli della disomogeneità, genericità ed intempestività. A meno che non ci venga detto che l’autoformazione è la formazione fai – da – te, quella in cui ci si arrangia. O meglio (peggio) che c’è stato fraintendimento, che era solo una battuta, che la formazione non è certo tra le priorità di quest’Azienda. Ci scuseremo per averla presa troppo sul serio, ma ci venga concesso, lo scherzo è mal riuscito!

Invitiamo i colleghi a collaborare con noi, innanzitutto impegnandosi personalmente a conoscere ed esigere i diritti acquisiti in tema di formazione, segnalandoci in ogni caso ogni tipo di anomalia riscontrata (inoltrare le segnalazioni ad ANNALISA PALUMBO c/o Sede di Bari).

Bari, 29/10/2001